Non importa quello che hanno fatto di me ma quello che ci faccio con quello che hanno fatto di me.
J.P. Sartre
La Mediazione familiare oggi è una professione libera e non organizzata in ordini o collegi e disciplinata dalla legge 4 del 14 gennaio 2013 e successiva norma UNI 11644/2016. Nella recente riforma Cartabia (d.lgs 10ottobre 2022, no 150) la mediazione familiare assume un ruolo dichiarato e preminente.
Per Mediazione Familiare si intende “un processo collaborativo di risoluzione del conflitto”, rivolto alla coppia, sia coniugata che convivente, con prole e senza, che sia in fase di separazione o che sia già separata o divorziata, che abbia l’esigenza di costituire o modificare gli accordi di separazione con l’aiuto di un soggetto terzo imparziale, il Mediatore, che facilita la comunicazione tra l’una e l’altra parte per trovare una risoluzione accettabile per entrambi.
L’obiettivo della mediazione è quello di raggiungere un accordo condiviso, frutto di un riconoscimento reciproco, che tuteli i figli. E quindi, il raggiungimento della co-genitorialità ovvero la salvaguardia della responsabilità genitoriale individuale nei confronti dei figli, in special modo se minori, è uno dei punti centrali.
La Mediazione Familiare è un percorso che può essere interrotto in qualsiasi momento, colloca la coppia in un sistema empatico e trasforma il conflitto in energia positiva per la costruzione di una nuova identità personale e nuovi punti di vista.
La norma UNI 11644 del 2016 definisce il mediatore familiare come una “figura professionale terza e imparziale con una formazione specifica, che interviene nei casi di cessazione di un rapporto di coppia costituito di fatto o di diritto, prima, durante o dopo l'evento separativo”.
Il mediatore familiare deve possedere una serie di caratteristiche personali e professionali per gestire efficacemente i conflitti e facilitare la comunicazione tra le parti coinvolte.