Le strutture ghiandolari e le cellule secretrici possono trovarsi negli organi vegetali, vegetativi e riproduttivi:
- Sommità fiorite e fiori: lavande e lavandini, timi, rosmarini, salvie, ylang ylang, rosa, gelsomino, camomille, chiodi di garofano…
- Semi o frutti: anice stellato, coriandolo, carota, ajowan, limone, arancia, mandarino, bergamotto, yuzu, pompelmo ecc.
- Radici: vetiver, angelica, nardo dell’Himalaya ecc.
- Rizomi: zenzero
- Legni: sandalo, cedri, legno di rosa….
- Corteccia: cannella di Ceylon, katrafay…
- Oleoresine: mirra, incenso, elemi, benzoino, copaiba…
- Foglie: eucalipti, tea tree, alloro, niaouli, ravintsara, mente, petit grain, coriandolo, palmarosa, citronelle, pini, abeti…
L’essenza è sempre presente in diversi organi della pianta aromatica e il raccoglitore/distillatore preleverà gli organi che ne sono maggiormente ricchi. A volte, la composizione biochimica dell’essenza varia grandemente a seconda degli organi di una stessa pianta; in questi casi è molto importante che venga specificato l’”organo produttore”, cioè la parte di pianta dalla quale è stato ricavato il prodotto finito.
Un esempio che viene spesso usato a scopo didattico, è rappresentato dal Citrus aurantium (arancio amaro) che, a seconda che venga ottenuto dai fiori, dalle foglie o dalla scorza ci offre 3 prodotti diversi: l’olio essenziale di Neroli, l’olio essenziale di Petit grain bigarade e l’essenza di arancio amaro. Tre oli meravigliosi, con alcune caratteristiche che li accomunano, ma fondamentalmente tre oli diversi, ciascuno con le sue peculiarità dovute alla diversa composizione chimica; ad esempio, soltanto uno di questi spicca per l’effetto antidepressivo, soltanto uno di questi è un potente antispasmodico e antinfiammatorio, e soltanto uno di questi richiede alcune precauzioni d’uso se applicato sulla pelle, anche negli adulti. Val la pena di conoscere questi aspetti, non pensate?
Quindi, ricapitolando…sulla confezione (scatolina o flaconcino) di un olio essenziale dovrebbero sempre comparire alcune informazioni fondamentali per comprendere di fronte a cosa ci si trova:
- la pianta deve essere identificata correttamente con il nome botanico latino (essendo il latino la lingua universalmente riconosciuta in botanica) che ne indichi il genere e la specie (es. Eucalyptus radiata)
- importantissimo, per le piante che presentano diversi chemotipi, che sul flacone sia specificato il chemotipo (es. Thymus vulgaris CT timolo)
- altrettanto importante, è l’indicazione dell’organo produttore dal quale è stato ricavato l’olio essenziale (es. Citrus aurantium var. amara, foglie)
Benché non garantiscano che si tratti di un olio di qualità (abbiamo visto che solo gli esami fisico/chimici possono farlo), queste informazioni suggeriscono la serietà del produttore, chiariscono la scelta dell’olio essenziale e lasciano presagire un buon prodotto.
Se l’olio essenziale ha subito controlli di qualità, sulla confezione dovrebbe apparire un numero di lotto a partire dal quale si dovrebbe poter risalire alla cromatografia corrispondente.
È compito nostro, nell’avvicinarci a questo mondo meraviglioso, dar prova di senso critico, porci e porre delle domande, esigere delle garanzie di qualità e cercare produttori seri che forniscano oli essenziali autentici.