A cura di Patrizia Sanfilippo
Utilizzate per diversi scopi da millenni, le piante aromatiche sono sempre state tenute in alta considerazione dai terapeuti del mondo intero.
All’inizio erano utilizzate tal quali o sotto forme di infusioni o decotti. In seguito vennero bruciate, o ancora messe a macerare in un olio vegetale. Solo più tardi nasce il concetto di olio essenziale estratto per distillazione ed è solo in epoca moderna che le tecnologie hanno permesso di identificare i componenti degli oli essenziali e delle relative concentrazioni, per spiegare le attività fisiche, biochimiche, terapeutiche e infine elettroniche degli aromi vegetali.
In Australia, Cina, India, in Egitto così come in tutto il bacino del Mediterraneo, l’uomo, fin dagli albori della storia, ha messo a profitto le proprietà delle molecole aromatiche per contrastare le malattie, per curare le ferite, per la conservazione degli alimenti, per produrre vini medicamentosi, per i massaggi, per la bellezza e la fabbricazione di profumi, per per pratiche magiche e i rituali religiosi. Queste sostanze hanno dunque fatto parte per millenni della quotianità di molti popoli, in gran parte del mondo.
In Egitto sostanze aromatiche sono state usate per la mummificazione; per gli antichi egizi - sottolinea Ali Abdelhalim, direttore del Museo egizio del Cairo - la mummificazione era un'importante pratica mortuaria volta a preservare il corpo e l'anima per l’aldilà attraverso un rituale dettagliato di imbalsamazione del defunto, che veniva avvolto in oli, cere e balsami.
I corpi mummificati dell'antico Egitto hanno un odore legnoso, dolce e speziato. A questa curiosa conclusione giunge uno studio, pubblicato sul Journal of the American Chemical Society, condotto dagli scienziati dell'University College di Londra e dell'Università di Lubiana, e di una serie di istituti ed enti di ricerca in Egitto, Slovenia, Polonia e Regno Unito. Gli odori, spiegano gli esperti, dipendono dalle molecole chimiche sospese nell'aria emesse da una fonte. Il gruppo di ricerca ha utilizzato un gascromatografo e uno spettrometro di massa per misurare e quantificare le sostanze chimiche emesse da nove antichi corpi mummificati egiziani esposti e conservati nel Museo egizio del Cairo. Un team di annusatori addestrati ha poi descritto gli odori in termini di qualità, intensità e piacevolezza.
Resine come Pino e Cedro, comunemente utilizzate nel processo di imbalsamazione per le loro proprietà conservanti, spezie aromatiche come Cannella e Cumino, non solo conferivano fragranza e potere conservativo grazie alle loro proprietà antinfettive, ma avevano anche un significato simbolico nei rituali funerari egizi. L'olfatto era un fattore chiave per gli antichi egizi, perché gli odori gradevoli erano associati alla purezza dell'anima.
In tutta l’Europa medievale le erbe e gli oli aromatici svolsero un ruolo importante per evitare i contagi e i cattivi odori. Era usanza mettere vicino ai vestiti dei sacchetti contenenti piante aromatiche. La lebbra, il vaiolo e la peste venivano combattuti con fumigazioni di mirra o di chiodo di garofano; La “maschera della peste” veniva usata da dottori e chirurghi come uniforme medica per proteggersi dal morbo quando andavano a visitare i malati di peste.
La maschera copriva il viso con un ovale in cui si aprivano due fori tondi, all’altezza degli occhi. Nella parte inferiore del viso, si allungava un poderoso naso adunco, a mo’ di grosso becco. Sui lati del “becco”, erano praticati due tagli orizzontali, per far passare l’aria. Il becco veniva poi riempito di erbe aromatiche, così da filtrare e purificare l’aria respirata dal Medico della Peste per evitare il contagio.
Con l’avvento dell’era industriale e della chimica di sintesi, considerati sinonimi di progresso, questi strumenti vennero via via abbandonati dai ricercatori dell’epoca , mentre oggi, anche grazie ai numerosi studi scientifici che ne attestano le numerose proprietà terapeutiche, stanno tornando prepotentemente alla ribalta.
La Francia occupa da molto tempo il primo posto nella storia moderna dell’Aromaterapia. Il termine “Aromaterapia” fu coniato nel 1928 da R.M. Gattefossé. Un celebre aneddoto ci racconta che il chimico lionese si ustionò gravemente una mano in occasione di una esplosione che occorse nel suo laboratorio; d’istinto tuffò le mani in un contenitore che conteneva dell’olio essenziale di Lavanda (spica?), ottenendo in questo modo una guarigione rapida, senza infezione né tracce di cicatrici. (Ricordiamo che gli antibiotici non erano ancora in commercio e che gli ustionati morivano spesso a causa di sovrainfezione). In seguito a questa esperienza Gattefossé iniziò un intenso percorso di studi sugli oli essenziali, e fu il primo a dimostrare la relazione struttura/attività dei componenti aromatici e a metterla in relazione alle loro incredibili proprietà, profetizzando che in futuro si sarebbe riconosciuto un ruolo di primo piano a questi strumenti in campo salutistico, ed è quello che sta succedendo ora. Nel 1928 pubblicò il suo libro l’Aromaterapia, dando così un nome e un fondamento scientifico a una pratica applicata da millenni; i suoi studi vennero seguiti e ampliati da farmacisti, medici e veterinari dell’epoca, (Sevelinge, Lapraz, Duraffourd, d’Hevincourt, Belaiche) che effettuarono dei lavori di approfondimento sull’attività antinfettiva delle sostanze aromatiche, pubblicando via via i risultati delle loro scoperte.
Interessante fu anche l’esperienza di Jean Valnet (1920/1995), medico e chirurgo dell’esercito francese, che durante la guerra in Indocina, in mancanza di medicinali, curò i soldati feriti con delle sue scorte di oli essenziali, ottenendo risultati insperati. Da quel momento divenne fautore degli oli essenziali come alternativa naturale ai farmaci. A lui si deve il perfezionamento del cosiddetto aromatogramma, un esame di laboratorio che, come l’antibiogramma quali-quantitativo, ci indica in laboratorio rispettivamente gli aloni di inibizione e dati precisi di sensibilità come le minime concentrazioni inibenti (MIC) e le minime concentrazioni battericide (MBC) in fase di primo approccio microbiologico.
Stiamo parlando di Aromaterapia ma per arrivare a parlare di Aromaterapia Scientifica manca ancora un tassello la cui importanza richede capitolo a sé.