La visita omeopatica: il percorso di cura

omeopatia visita e curaLa scelta di iniziare un percorso di cura omeopatico non può essere basata solo sul principio ecologista di “non inquinamento” del corpo.
Quando si decide di iniziare una cura omeopatica unicista bisogna entrare nell’ottica che non si effettua una normale visita specialistica, che si concluderà con la semplice pescrizione di un rimedio sintomatico: l’Omeopatia Unicista, come tutte le medicine che si occupano dell’Uomo nella sua interezza, prevede un percorso in cui il paziente è soggetto partecipe e responsabile della propria guarigione, non oggetto passivo di un trattamento.

Il paziente che sceglie l’Omeopatia deve collaborare attivamente con il medico fornendo tutte le informazioni richieste di tipo fisico, emotivo, immaginativo, onirico ed esistenziale.
La diagnosi omeopatica si avvale infatti di una indagine psicosomatica molto approfondita finalizzata all’individuazione del medicamento specifico in ogni paziente a seconda del suo carattere e della sua costituzione, andando perciò oltre la semplice diagnosi di sindrome.
Come Omeopati, non ci preoccupiamo del risultato momentaneo, ma ci proponiamo di risolvere il problema in profondità ed in maniera duratura, in una visione strategica e lungimirante.

Per l’Omeopatia, se una pianta ingiallisce, occorre curare il terreno, fornirle la luce e l’aria. Con i farmaci (o con l’omeopatia sintomatica) spesso si colorano le foglie gialle dipingendole di verde, simulando una guarigione fittizia, incuranti di quello che accade alle radici… e quando accade, si attribuisce il peggioramento al progredire inesorabile della malattia sottostante o all’insorgere di una nuova entità nosologica indipendente dalle precedenti, dimenticando che l’essere umano non è costruito a compartimenti stagni.

Come abbiamo visto, l’Omeopatia è utile in tutte le situazioni, da sola o in affiancamento ad altre terapie farmacologiche o chirurgiche, ma il campo della prevenzione è quello in cui offre, quando personalizzata, il massimo dei risultati. Il Simillimum aiuta l’individuo a restare in contatto con il suo centro energetico profondo di regolazione, dove insorgono tutti i conflitti all’origine delle malattie.
L’individuazione del Rimedio personale è molto complessa e può richiedere numerosi incontri. L’obiettivo ambizioso di trovare “l’alleato” naturale per ogni malato ha infatti come campo di ricerca all’incirca 4.000 Rimedi e ogni anno se ne aggiungono di nuovi.

Cosa si intende per “aggravamento omeopatico” o “crisi di guarigione”?

All’inizio di una cura omeopatica, soprattutto in soggetti portatori di disturbi cronici che hanno usato farmaci, può accadere che il Rimedio inneschi una crisi di guarigione, necessaria a “far saltare il tappo” che i farmaci hanno messo sulla sintomatologia.
È frequente osservare, per esempio, nei casi asmatici che hanno precedentemente sofferto di eczema, il ritorno momentaneo dell’eruzione durante la guarigione omeopatica del broncospasmo.

Il rimedio inoltre aiuta il soggetto a entrare più in profondità dentro sé stesso ed a vedere i propri aspetti più problematici in modo da diventarne cosciente.
Ciò si accompagna anche ad una serie di risvegli sintomatologici appartenenti alla storia clinica pregressa. Non si tratta del ritorno di malattie ma di una loro rivisitazione finalizzato ad un’effettiva risoluzione.

Ovviamente questa fase iniziale del percorso di guarigione richiede al paziente un particolare impegno e partecipazione al progetto terapeutico. Sarebbe di ostacolo alla guarigione l’eventuale utilizzo di farmaci che blocchino i sintomi risvegliati dalla reazione omeopatica: si rispedirebbe all’interno ciò che positivamente sta uscendo.

Omeopatia: cosa è e quando nasce

omeopatia cosa è

La Medicina Omeopatica nasce in Germania negli ultimi anni del XVIII secolo per opera del medico e farmacologo sassone Samuel Hahnemann, che intuisce l’importanza delle diluizioni infinitesimali nella cura delle malattie. Il suo intento è ridurre i danni dei farmaci chimici e stimolare la forza di guarigione che abita nell’essere umano.
Hahnemann osserva che gli effetti intossicativi sviluppati dagli addetti alla raccolta della corteccia di China corrispondono ai sintomi della malaria, che a quel tempo veniva efficacemente curata proprio con il chinino: ipotizza quindi che l’inversione dell’effetto dovuto alla variazione della concentrazione del medicamento possa valere anche per altre sostanze naturali.

Inizia così una lunga serie di sperimentazioni intossicative con molte sostanze provenienti dai tre regni animale, minerale e vegetale, grazie alle quali si constata, per esempio, che i soggetti che hanno assunto ripetutamente il veleno omeopatizzato dell’ape sviluppano dolori e gonfiori simili a quelli derivanti dalla puntura dell’insetto (arrossamento, gonfiore, dolore pungente migliorato da applicazioni fredde) e si comportano come l’animale (frenesia laboriosa ed ordinata, sogni di volo).
Hahnemann verifica che questi sintomi vengono curati con l’assunzione del Rimedio omeopatico corrispondente.
Numerosi farmaci omeopatici vengono studiati e sperimentati nel corso degli anni. Inizia così a diffondersi in Europa e negli Stati Uniti la pratica medica omeopatica. Grazie anche ai numerosi successi terapeutici (polmoniti, tubercolosi, poliomielite, colera, deliri psicotici) essa si propaga in tutto il mondo. All’inizio del 1900 viene però soppiantata dalla nascente industria farmaceutica.
L’Omeopatia è quindi basata sul metodo scientifico sperimentale: i Rimedi omeopatici vengono da sempre testati su soggetti volontari sani, allo scopo di evidenziarne le proprietà terapeutiche.

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Vita di Hahnemann

Hahnemann e la china

Ormesi e Omeopatia

Omeopatia e pediatria

omeopatia pediatriaIn campo pediatrico l’Omeopatia, soprattutto quella “da banco”, è ampiamente utilizzata, nel tentativo di risolvere i sintomi più comuni senza intossicare l’organismo; sarebbe invece molto utile diffondere la cultura della terapia unicista anche nel bambino.

Quanti piccoli pazienti, per esempio, sono diventati asmatici dopo la soppressione (farmacologica od omeopatica) di eczemi? Se le terapie sintomatiche, che non si preoccupano della dimensione psicosomatica, sono dannose in un adulto, riflettiamo sull’impatto della soppressione sistematica dei sintomi in un organismo in fase di crescita e di sviluppo.

Nel bambino la forza naturale di guarigione è ancora molto reattiva, è un peccato indebolirla con i farmaci quando non sia strettamente necessario. Il carattere e l’identità immunitaria di un bambino si rafforzano anche grazie a febbri, esantemi, infezioni banali. L’Omeopatia rispetta e valorizza le risposte naturali; antibiotici, antipiretici, cortisonici invece, soprattutto se utilizzati a sproposito come spesso capita, le frustrano e impediscono al bambino di crescere armoniosamente.

In una tonsillite febbrile, per esempio, l’antipiretico riduce la risposta immunitaria sostenuta dal rialzo termico e l’antibiotico, distruggendo anche i germi buoni, favorisce nuove infezioni. Entrambe non valorizzano le difese, contribuiscono ad un loro abbassamento con probabili ricadute patologiche successive.

Bisogna pensare inoltre che la tonsillite può essere un tentativo di risoluzione spontanea da parte dell’organismo di un precedente conflitto legato a situazioni di rabbia, paura o disprezzo. Rispettivamente la sfera emotiva del fegato, dei reni o del colon possono essere coinvolte in uno sforzo di guarigione che passa attraverso la tonsillite, il pus e la febbre.

Se non consideriamo questa causa emotiva, rischiamo di intervenire solo sul sintomo periferico bloccando lo sfogo superficiale del conflitto profondo. Sopprimendo i sintomi con i farmaci chimici od omeopatici aggraveremmo la situazione psicoemotiva, creando alla lunga i presupposti per una nuova malattia più grave.

Cosa significa "psicosomatico"

omeopatia psicosomaticoPur non negando l’importanza delle cause microbiche, alimentari o ambientali, l’Omeopatia, al contrario della medicina allopatica, sa che la componente emotiva e psicologico-esistenziale gioca un ruolo fondamentale nella genesi delle malattie.

La causa di tutta una serie di disturbi viene pertanto considerata sconosciuta (“idiopatica”) e solo talvolta genericamente imputata allo stress.
Le malattie degenerative, per esempio, vengono attribuite all’aumento dei radicali liberi e spesso si riconosce allo stress un ruolo fondamentale nella loro comparsa. Oggi noi sappiamo che, oltre all’alimentazione errata e all’inquinamento, anche i traumi emotivi, i rancori, le angosce, le preoccupazioni protratte possono determinare un aumento dei radicali liberi e una degenerazione cellulare.

Accade frequentemente che per la medicina tradizionale la causa della malattia sia “ignota” o non decisiva per la scelta del trattamento, che resta comunque solo sintomatico.
L’essere umano è un composto sostanziale di materia ed energia, ossia di corpo ed anima psichica, che sono inscindibilmente legati tra di loro e funzionano all’unisono.

In questi ultimi decenni anche la ricerca scientifica lo ha dimostrato: la neuro-endocrinologia e la neuro-immunologia congiuntamente alla psico-neurologia (PNEI) ci hanno fornito conoscenze che confermano che le emozioni, i desideri, le fantasie, le paure, sono sincronicamente correlate a sintomi e malattie fisiche.
L’Omeopatia da più di due secoli ha una visione psicosomatica della medicina, così come altre medicine di tradizione millenaria.

Per l’Omeopatia la causa psico-esistenziale è spesso decisiva ed è necessaria la sua individuazione per la scelta del medicamento. Il Rimedio infatti non deve risolvere solo i sintomi ma anche la causa, per evitare che la malattia si cronicizzi o ritorni in altra forma.

Non vi è quindi alcuna differenza tra le cause delle malattie gravi e le cause delle malattie lievi: in entrambe l’origine primaria è anche e soprattutto psichica: per questo diciamo che “tutto è psicosomatico”.

Omeopatia e allopatia

“A seconda della natura e della causa della malattia utilizzeremo ora il rimedio contrario, ora il rimedio simile” (Ippocrate)

omeopatia allopatiaRiassumiamo ora i principi cardine della medicina omeopatica già esposti, mettendoli a confronto con la visione allopatica ufficiale e sottolineandone analogie e differenze.

I simili e i contrari: La prima differenza macroscopicamente evidente riguarda la legge dei simili e la legge dei contrari, punti basilari da cui traggono fondamento le due ottiche curative.

Chimica o biofisica: farmaci differenti, effetti differenti.

La sperimentazione: non corrisponde alla realtà l’assunto per cui la medicina ufficiale sia l’unica medicina “scientifica”: entrambe le discipline si basano su metodi scientifici e sperimentali, anche se, come abbiamo visto, tra loro differenti.

Il concetto di salute e malattia: nonostante l’OMS si sia più volte espressa sul concetto di salute, oggi solo le cosiddette “Medicine Non Convenzionali” sono attente al benessere equilibrato della persona nel suo insieme, mentre la "Medicina Ufficiale" spesso si limita a considerare la salute come assenza di sintomi e la guarigione come la loro scomparsa.
Per l’omeopatia, la malattia è l’espressione locale di uno squilibrio più generale, mentre per l’allopatia anche le malattie cosiddette “sistemiche” non sono altro che un insieme di manifestazioni locali, spesso coincidenti con i sintomi.

I farmaci e la cura: alle due opposte concezioni dell’uomo e della medicina sinora descritte corrispondono due tecniche di cura altrettanto differenti: l’omeopatia interviene con farmaci omeosintonici alla malattia, cioè capaci di prenderla per mano e di accompagnarla verso la risoluzione, mentre l’allopatia interviene con farmaci contrari che la combattono frontalmente. Semplificando, possiamo anche dire che l’omeopatia agisce “a monte” dello squilibrio, mentre l’allopatia spesso agisce “a valle”.

Le cause di malattia e la visione olistica-psicosomatica: la concezione unitaria e integrata spirito-psicosomatica dell’uomo proposta dall’Omeopatia considera gli organi interconnessi tra di loro in un tutt’uno integrato, mentre quella allopatica scinde le competenze, suddividendo sempre di più apparati e organi in sottocategorie frammentate. In tutto questo è quindi diversa anche la concezione del paziente, soggetto od oggetto.

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