“È necessario sapere che la gioia è più rara, più difficile e più bella della tristezza. Una volta fatta questa importantissima scoperta, dobbiamo accettare la gioia come un obbligo morale”
(André Gide)
Provare tristezza per le cose del mondo non ci rende automaticamente persone tristi, così come provare gioia nei momenti di tristezza non diminuisce certo la grandezza del nostro dolore.
In tutte le diverse tradizioni di saggezza c'è un luogo dove gioia e dolore si incontrano. Questa è la verità dell'essere umano. E non vuol dire che amiamo il dolore, nessuno di noi lo ama, nessuno di noi lo vuole, ma c'è qualcosa nel riconoscere la gioia e il dolore insieme che ci connette con tuttigli altri umani che vivono la vita su questo pianeta. La difficoltà sta spesso nel riconoscere la gioia e coltivarla anche partendo dalle piccole cose.
Allo scopo di iniziare a coltivare la gioia, ad ogni chiusura del corso di Mindfulness chiedo ai partecipanti di ricordare qualcosa che dà loro gioia. Sono sempre cose molto semplici, cose piccole come: accarezzare il gatto, l’odore del caffè alla mattina o cantare a squarciagola in macchina.
Sono tante le cose piccole che durante la giornata ci fanno provare gioia. Ma spesso ricordare la gioia, diventa l’ultimo dei nostri pensieri, quasi una perdita di tempo. Oppure, se pensiamo a tutte le disgrazie che ci sono nel mondo, provare gioia, sembra quasi un atto di egoismo. Ma anche se possiamo trovare mille scuse per non farlo, la ricerca ci suggerisce che coltivare la gioia è importante. Ci aiuta a gestire lo stress, ci rende più resilienti, migliora le relazioni. Non è assolutamente un atto egoistico, anzi al contrario è proprio quello di cui abbiamo bisogno per rendere il mondo un posto più vivibile.
Da bambini passiamo da un’emozione all’altra senza grosse difficoltà, ridiamo spesso e volentieri, ma quando cresciamo le cose cambiano. Quando ci capita di vedere qualcuno molto allegro ci vengono quasi dei dubbi sulla sua sanità mentale. “Ma come si fa ad essere allegri quando il mondo sembra sempre più pericoloso?” Ma perchè la gioia è così importante?
Secondo il dottor Paul Ekman, neuroscienziato, le emozioni di base, sono 6: rabbia, disgusto, paura, tristezza, sorpresa e gioia. Come si vede, 4 emozioni su 6 sono negative.
La considerazione più utile che possiamo fare è:
Se non coltiviamo in modo intenzionale la gioia, rischiamo di essere sopraffatti dalle altre emozioni, quelle negative.
Spesso però quando siamo immersi nel tran tran di tutti i giorni, perdiamo di vista le cose belle che ci accadono, mentre invece sono proprio questi i momenti in cui sperimentare la gioia ci può davvero aiutare. Provare gioia migliora anche la salute. La ricerca ha evidenziato che le persone allegre, sono meno a rischio per le malattie cardiovascolari e vivono più a lungo.
Provare gioia è quindi necessario per coltivare resilienza e benessere.
Ecco tre pratiche per coltivare più gioia nella nostra vita:
- Creare una lista della gioia
La lista della gioia comprende le 10 o più cose che ci danno gioia. Cose anche piccole che ci accadono tutti i giorni e che possiamo decidere di fare più spesso.
- Tenere il diario della gratitudine
Possiamo inserire qualsiasi cosa che ci ha reso la persona che siamo, le condizioni di vita, i risultati raggiunti, le persone incontrate, ma anche gli eventi o persone che seppur negativi, ci hanno però insegnato una lezione importante.
- Aiutare gli altri
Tante sono le cose che possiamo fare per aiutare gli altri: sorridere alle persone che incontriamo, fare volontariato, ringraziare per qualcosa che abbiamo ricevuto o aiutare un estraneo che incontriamo in strada. Non è importante quanto diamo, ma quanto amore e sollecitudine mettiamo nel farlo.
Prova l’esercizio della gioia sul sul podcast dell'autrice "Mindfulness in pillole"
https://www.spreaker.com/user/14430998/49-puntata-coltivare-la-gioia