Un farmaco, da sempre, viene valutato in base a tre parametri principali:
- prove di efficacia clinica
- rapporto rischio/beneficio
- possibile meccanismo d’azione
Fa riflettere il fatto che nessuno si sia mai sognato di mettere in dubbio l’efficacia dell’aspirina, commercializzata come farmaco di sintesi nella seconda metà dell’Ottocento nonostante la definizione del suo meccanismo d’azione a livello biochimico e molecolare nel dettaglio risalga solo al 1970. Funzionava, era un farmaco relativamente poco tossico, lo si usava.
L’Omeopatia si è sviluppata per gran parte “a prescindere” dalla medicina biologica, dalla statistica e dall’epidemiologia clinica moderna; ciò porta all’equivoco più comune, quel pensiero secondo cui “l’Omeopatia sia un’arte, non una Scienza”: questo atteggiamento quasi iniziatico viene propugnato anche da molti omeopati, che forse temono che l’Omeopatia possa perdere qualcosa della sua originalità e che venga “snaturata “ se si confronta con la scienza ufficiale.
Dall’altra parte la comunità medica convenzionale pretende di valutare l’Omeopatia con parametri non adeguati a ciò che si va a misurare e talvolta anche obsoleti; che quest’affermazione non sia una scusa lo si evince dalle numerose evidenze scientifiche esistenti.
Nonostante la frase che si sente più spesso a riguardo sia: “non esistono studi che ne confermano l’efficacia”, considerando solo la letteratura scientifica ufficiale (PubMed) e senza inserire le numerose riviste non indicizzate, ad oggi troviamo all’incirca:
- 16.500 lavori scientifici digitando “high dilution”
- 5.300 lavori scientifici in ambito omeopatico, di cui:
- Circa 1100 di argomento clinico
- Circa 550 Trials Clinici Randomizzati
- Circa 1400 di ricerca di base
Tutta questa produzione scientifica ha avuto la possibilità di dimostrare l’attività e l’efficacia non solo sulla popolazione umana adulta e pediatrica (efficacia superiore al famoso effetto placebo, che d’altra parte riguarda anche il farmaco chimico), ma anche su animali, piante, cellule nucleate e batteri, innegabilmente un filino più difficili da “suggestionare con l’accoglienza e le coccole”.
Per approfondimenti e materiale pubblicato vedi la sezione: Documentazione scientifica